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ALCOL

Con la scoperta della fermentazione alcolica di matrici vegetali e il perfezionamento delle tecniche produttive, l’etanolo (alcol) è arrivato a diffondersi nella società a tal punto da esporre l’uomo a quantità notevoli, fino a costituire un pericolo per la salute, psichica e fisica.

Troppo spesso i molteplici effetti negativi vengono sminuiti o ignorati, cerchiamo quindi di capire perchè sarebbe meglio evitarlo o per lo meno non esagerare con le dosi.

L’etanolo è un cancerogeno oltre che una sostanza psicotropa. È calorico, apporta 7,1 kcal per grammo (secondo solo ai grassi). Non è un nutriente, non ha sistemi di stoccaggio, deve quindi essere ossidato preferenzialmente rispetto a carboidrati e grassi. Dissipare un basso consumo di alcol sarà sicuramente più semplice, questo anche per via della termogenesi indotta. Per quanto riguarda invece consumi maggiori la situazione cambia. Come abbiamo visto l’etanolo ha la preferenza sugli altri nutrienti, questo significa che il rischio è quello di avere ripercussioni negative sullo stato di nutrizione dei vari componenti della dieta, vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina E, calcio, magnesio, ferro, zinco, selenio, colina e metionina. Inoltre si diffonde passivamente nelle membrane cellulari, quindi si trova in simili concentrazioni sia nel sangue che nella cellula e in qualsiasi comparto extracellulare. Le donne avendo meno idratazione e minore capacità di metabolizzare l’etanolo sono molto più sensibili agli effetti dell’alcol. Da solo difficilmente può fare ingrassare, ma come abbiamo visto inibisce gli altri nutrienti, quindi, bilancio calorico permettendo questo porterà inevitabilmente ad accumulare grasso.

La degradazione dell’etanolo avviene principalmente nel fegato, è l’organo che ne risente di più ma non l’unico, anche altri più lontani sono esposti a rischi. In Europa costituisce dopo fumo e ipertensione, il terzo fattore di rischio per malattia e mortalità.

Una quantità di etanolo consigliata esente da rischi non esiste, esistono solo dei range a basso rischio, 20-24 g/die (2 UA) gli uomini, 10/12 g/die (1 UA) per donne e anziani. D’altra parte le quantità di alcol che vengono definite “moderate” vengono associate a patologie cardiovascolari come la pressione arteriosa, ma soprattutto a rischio di cancro. Per ogni 10 grammi di etanolo consumato l’aumento del rischio di cancro aumenta considerevolmente, per mammella, colon e fegato dal 10 al 17 %, ovviamente aumentando la dose la percentuale crescerà di conseguenza.

Vediamo ora la quota calorica e il contenuto di alcol di alcune bevande di maggiore diffusione, facendo riferimento a una porzione usuale, la quantità consigliata come vedremo dipenderà ovviamente dalla gradazione alcolica. Il dato UA significa unità alcolica che corrisponde a circa 12 grammi.

  1. vino rosso 125ml: 91 kcal, 11,9 g di alcol, UA 1,0.

  2. birra doppio malto 250 ml: 155 kcal, 15,0 g di alcol, UA 1,3

  3. grappa 40 ml: 89 kcal, 12,6 g di alcol UA 1,1

L’INRAN nelle sue linee guida considera moderata una quantità giornaliera di alcol equivalente a non più di 2-3 unità per uomini e non più di 1-2 per donne, 1 per l’anziano. Come abbiamo visto nelle righe precedenti non è possibile però stabilire una quantità di etanolo esente da rischi, quindi parlare di consumo moderato per non accusare danni ha poco senso. l livelli di consumo vengono definiti a seconda di un gradiente di rischio:

  1. basso rischio: 10/12 g o 1 UA al giorno per donne, 20/24 g o 2 UA per uomini adulti.

  2. a rischio: 20-40 g donne, 40- 60 uomini, il rischio cresce se il bere diventa un’abitudine.

  3. dannoso: oltre i 40 g donne, 60 g uomini.

Bibliografia: Alimentazione e nutrizione umana, terza edizione, (20) 411-428.

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Andrea Pescio Personal Trainer Savona P.IVA 01841850090

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